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In Breve

“Carpe diem, quam minimum credula postero”… i versi di Orazio riecheggiano nelle strade di Venosa, la città della Basilicata che nel 65 a.C ha dato i natali al famoso poeta romano. É a pochi passi del paese che riposano i resti dell’antica città romana, mentre, nelle viuzze di Venosa il visitatore può andare alla ricerca di quella che la tradizione considera la casa del celebre poeta latino. 

Ma Venosa racconta anche una storia di musica, passione e morte: è quella del principe Gesualdo da Venosa, compositore di madrigali nel XVII secolo, costretto a fuggire dalla città per aver assassinato, in un impeto di follia, l’adultera moglie Maria e il suo amante.

C’è poi la storia dell’Incompiuta, l’abbazia dell’XI secolo che doveva diventare immensa ma oggi non è che misteriose mura e un tetto di stelle. Venosa è una città capace di raccontare storie, magari da ascoltare di fronte a un bicchiere di Aglianico del Vulture, il pregiato rosso della Basilicata che nasce in queste terre.

È per tutti questi motivi che Venosa è entrata a far parte dei “Borghi più belli d’Italia”.

TRE BUONI MOTIVI PER VISITARE VENOSA


UN VIAGGIO NELLA STORIA

La prima destinazione da vedere quando visitate Venosa è il castello di Pirro del Balzo (foto in gallery), del 1470, che si erge imponente al centro del paese e ospita tra le sue mura il Museo Archeologico Nazionale.

Viaggiando a ritroso nel tempo, a pochi passi da Venosa c’è la bellissima abbazia della Santissima Trinità, al cui interno trovate preziosi affreschi e le spoglie del condottiero normanno Roberto il Guiscardo. A colpire il visitatore però saranno soprattutto i resti di quella che è chiamata “L’Incompiuta“, che si ergono nella parte posteriore dell’abbazia.

I lavori, cominciati nel XI secolo avevano lo scopo di completare l’abbazia con un enorme abside e due larghe campate, ma ciò non è mai avvenuto. Oggi il visitatore può passeggiare tra i suggestivi resti di questo sogno mai realizzato.

Altra testimonianza del sacro a Venosa sono le catacombe cristiane del IV secolo e quelle ebraiche del III-IV secolo.

Tornando ancora indietro nel tempo possiamo visitare il Parco Archeologico che testimonia il periodo repubblicano della città e, nascosta tra le viuzze del paese, possiamo scoprire quella che viene considerata per tradizione la casa di Orazio.

IL GUSTO DELL’AGLIANICO

Venosa è tra i comuni della Basilicata che sono patria del celebre Aglianico del Vulture, annoverato tra i più grandi vini rossi d’Italia. Questo vino, il cui vitigno cresce sulle pendici e nella valle del vulcano spento del Vulture, ha un colore rubino che tende al granato con riflessi aranciati con l’età.

All’olfatto risultano riconoscibili profumi di  mora e  prugna selvatica, note di viola e di fragole di bosco, a cui il tempo apporta sentori di liquirizia, cioccolato fondente, pepe nero. In bocca l’Aglianico del Vulture risulta complesso, moderatamente tannico e fresco, con una gradazione alcolica tra i 12,5° e i 13,5°.

SCOPRIRE I NOSTRI ANTENATI

Nei pressi di Venosa è possibile visitare il Sito Palolitico di Notarchirico, uno dei più antichi di Europa, risalente a 600.000 anni fa. La sua importanza è evidenziata dalla scoperta nel 1985 di un femore umano  che, attribuibile forse ad un Homo erectus, è uno dei più antichi resti fossili d’Europa.

Il biglietto è cumulativo con quello del Parco archeologico, delle catacombe ebraiche e del Museo archeologico nazionale.

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Visitare questa Cittadina è come sfogliare un ”Libro di Storia” è come incontrare una bella e ricca signora avvolta nel suo scialle di ricordi ma sempre sveglia, vigile, attenta  al destino dei suoi figli.

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